Sono in un letto d’ospedale, intrappolato in un corpo inesorabilmente vicino alla morte. Sono stato io e solo io a volerlo, è una scelta solo mia. Forse speravo di riscattare una vita vissuta all’insegna della violenza. C’è sangue sulle mie mani e non importa che nessuno possa vederlo, io so che c’è. Per quanto a lungo io possa vivere non riuscirò mai a cancellarlo del tutto. Per questo ho accettato il rischio di morire al posto di una persona molto migliore di me. Lui, naturalmente non sarebbe d’accordo con me, ma questo è un altro dei motivi che mi ha spinto a scambiare il mio posto con il suo. Se qualcuno deve vivere, è meglio che sia un vero eroe piuttosto che un assassino in cerca di un’impossibile redenzione.

Quando sono nato non ho avuto nome. Se qualcuno me lo avesse chiesto, avrei risposto di chiamarmi Peter Parker, ma era solo una bugia, una beffa atroce, perché del vero Peter Parker io ero solo un’immagine distorta, una copia mal riuscita Mi scelsi un nuovo nome, uno che fosse solo mio e mi feci chiamare Kaine. Non ero, in fondo, come Caino, il fratello cattivo di un uomo buono? Per anni ho agito tentando di dimostrare quanto questo fosse vero, poi il destino mi ha costretto a fare i conti con i miei demoni. Ho deciso di provare ad essere un eroe, mi sono scelto un nuovo nome, Abel Fitzpatrick, ho indossato un costume simile a quello del mio gemello e sono divenuto la nemesi dei criminali chiamata Ragno Nero. Non sono misericordioso come l’Uomo Ragno, ma non sono più un assassino ed è già qualcosa per uno come me.

Dicono che mentre stai per morire la tua intera vita ti passa davanti. La mia vita è stata piuttosto breve in realtà e la maggior parte dei ricordi che ho non sono veramente miei, ma questo non importa adesso, perché quando non hai niente, anche i ricordi hanno importanza.

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#19

 

Cacciati

(Parte Prima)

 

Di Carlo Monni

(con tanti ringraziamenti e scuse a Yuri N. A. Lucia)

 

 

Cinque giorni Prima.

 

1.

 

 

            Piove, una pioggia, battente, incessante come raramente ne ho viste in questa dannata città. Se fossi superstizioso penserei che la collera divina ha deciso di abbattersi sulla città, ma non serve essere superstiziosi, dopotutto io so che la fuori ci sono davvero forze aldilà della comune ragione e se anche una di esse fosse davvero all’opera stanotte, francamente non m’importerebbe come non importerebbe agli uomini dentro al magazzino in cui sto per irrompere.

            Mi chiamo Ragno Nero e sono qui per fare giustizia.

 

            “Naso” Norton è un pesce piccolo: sopravvive grazie a piccoli lavoretti di scarsa importanza, roba su cui le forze dell’ordine sono disponibili a chiudere gli occhi in cambio delle informazioni che lui è in grado di fornire loro. In questo momento pensa solo ad andarsene a casa per riposarsi, quando una ragnatela gli si appiccica al colletto e lui viene trascinato fino ad un vicino tetto.

-Ma cosa…?-

-Ti vedo in forma “Naso”.-

-L’… L’Uomo Ragno!-

-No, non ci siamo: sono Ragno Nero, senza l’articolo, se permetti. L’Uomo Ragno è quello buono , io sono il suo gemello cattivo e tu non vuoi vedere quanto so essere cattivo.-

-No… no… cosa vuoi da me, io non so nulla!-

-Davvero? Sarebbe un peccato se fosse davvero così,: io odio perdere tempo. Quindi, perché non arriviamo subito al dunque e mi dici tutto quello che sai su una certa spedizione di droga organizzata dai cinesi? Io scommetto che ne sai qualcosa… ci scommetto un paio di tue costole.-

            “Naso” Norton comincia a parlare.

 

Gli uomini dentro il magazzino non sono particolarmente impressionati dal temporale che infuria all’esterno, sono più interessati alla transazione che si sta svolgendo all’interno.

            La merce ha percorso un lungo cammino dal cosiddetto triangolo d’oro, ha evitato i controlli stringenti di più di una frontiera ed i venditori sono più che determinati ad ottenere il massimo profitto dalla loro impresa. Quanto ai compratori, stanno facendo mentalmente i loro calcoli su quanto ricaveranno a loro volta. Samuel Yang, o Yang Zemin, per usare il suo nome cinese e non quello che ha assunto per trattare con gli occidentali, è nervoso. C’è una guerra la fuori è lui ne è ben consapevole: una guerra iniziata dalla sua Tong, i Jong, per acquisire il controllo di Chinatown, ma anche una guerra che i dannati russi hanno iniziato contro tutti gli altri. Un vecchio equilibrio è stato spezzato e nessuno può dire come andrà a finire.

            Sam abbandona questi pensieri per concentrarsi sulla transazione in corso quando improvvisamente una finestra s’infrange di colpo ed una figura in nero piomba in mezzo  a loro.

-Posso partecipare alla festa?- esclama.

-L’Uomo Ragno! Sparategli!- urla uno dei presenti.

            Il nuovo arrivato si muove velocemente: dal suo polso destro esce una ragnatela che blocca la canna di una pistola che stava sparando, facendola esplodere in mano al suo possessore. Un’altra ragnatela, sparata con la sinistra, blocca un altro scagnozzo cinese, mentre altri tre sono rapidamente abbattuti a suon di pugni.

-Sto cominciando a stufarmi sapete? Il mio nome è Ragno Nero, cercate di impararlo bene, perché non lo ripeterò una seconda volta.-

            Lo scontro dura poco. Nessuno dei presenti è alla sua altezza. Ragno Nero si guarda intorno soddisfatto. Basterà una telefonata al suo vecchio amico tenente Rucker e questi tizi ed il loro veleno saranno sistemati. Quanto alla valigetta con i soldi per il pagamento della fornitura, è destinata anch’essa al magazzino reperti... ripensandoci, forse gli è venuta in mente una destinazione migliore.

 

 

2.

 

 

Continua a piovere da otto ore filate, un diavolo di tempo, pensa il tenente Terenzio Oliver Rucker dell’Ufficio Controllo Crimine Organizzato mentre osserva il cadavere steso in un vicolo. Il sangue è stato lavato via e scorre in rivoli assieme all’acqua andando a formare una piccola pozzanghera rosata poco lontano.

Rucker si stringe più che può nel bavero dell’impermeabile, ma non serve a niente. Quest’acqua ti entra nelle ossa, pensa, non c’è niente da fare. Si rivolge al detective incaricato, un collega che conosce da anni.

-Spero che mi spiegherai perché mi hai svegliato e costretto ad attraversare mezza città per osservare un cadavere, Jim. Il mio ufficio non si occupa di comuni omicidi , lo sai.

-Pensavo che potesse interessarti, Terenzio…- spiega il Detective James Cole-… perché qualche tempo fa ho letto una nota in cui chiedevi informazioni su un detective privato di nome Chester Fawcett,… beh, eccolo qua.-

            Rucker si lascia sfuggire un fischio. Era stato Ragno Nero a chiedergli se sapeva qualcosa di Fawcett dopo la sua recente scomparsa. Il Ragno era convinto che Fawcett avesse scoperto la sua identità segreta e non escludeva che l’avesse ceduta al miglior offerente. Se era davvero così, allora se ne dovrebbe dedurre che chi ha ucciso Chester potrebbe sapere chi si nasconde sotto la maschera del suo occasionale alleato e non è una buona cosa.

-Com’è morto?- chiede Rucker.

-Così ad occhio direi che gli hanno tagliato la gola. Ne sapremo di più dopo l’autopsia, immagino. Com’è che ti interessava questa mezza calzetta?-

-Potrebbe essere collegato ad un’indagine che stavamo conducendo sulla recente guerra di bande. Non intendo toglierti il caso Jim, ma ti sarei grato se mi facessi sapere qualcosa appena la saprai tu stesso.-

-Contaci.-

-Bene, ora scusami se me ne vado, ma se sono fortunato riuscirò a dormire un paio d’ore prima di iniziare il turno.-

            E così dicendo Rucker vota le spalle al collega e s’incammina sparendo sotto la pioggia.

 

            I gatti sono animali notturni, si sa, specie i gatti ladri, pensa sorridendo la Gatta Nera mentre rientra nel suo appartamento dopo una corsa sui tetti. La pioggia non l’ha fermata, anzi, l’ha fatta sentire bene per la prima volta da tempo. Le ferite materiali infertele dal misterioso Demone sono ormai guarite senza lasciare segni visibili, ma le cicatrici psicologiche quelle faticano ancora a rimarginarsi. Non importa: la prossima volta che lo incontrerà gli restituirà ogni colpo, ogni sofferenza con gli interessi... ed avrà anche un asso nella manica.

            Felicia si sfila il costume bagnato, si asciuga ben bene tutto il corpo e i lunghi capelli platinati, poi si infila nel suo letto, vestita solo della classica goccia di Chanel n° 5. Sola, una situazione a cui non è ancora riuscita a trovare un rimedio permanente. Indugia a chiedersi perché, mentre scivola rapidamente in un sonno ristoratore.

 

            Un elegante ufficio al quarantesimo piano di un Palazzo di Manhattan, sede di una società di Hong Kong apparentemente legittima, ma in realtà paravento di una delle più dure e spietate Tong cinesi, quella dei Jong.

Mao Chu non è arrivato i vertici della Tong solo con la fortuna, Feng lo sa bene e sa anche che non è il caso di sfidarla troppo la fortuna. È stato fin troppo fortunato ad ottenere una sorta di perdono per il suo protetto Xiu Jin Go, dopo i recenti avvenimenti.[1] La condanna a morte sul capo di Xiu Jin Go è stata sospesa, ma d’ora innanzi bisogna sapersi muovere con i piedi di piombo, pensa Feng, mentre introduce Jin Go nell’ufficio

-Bentornato tra noi Xiu Jin Go.- gli si rivolge Mao Chu –Nella sua benevolenza il Consiglio della Tong ti sta offrendo una possibilità. Non sprecarla.-

-Non lo farò, onorevole Mao Chu.- risponde Jin Go inchinandosi –Saprò essere degno della fiducia concessami.-

            Feng non sembra badare allo scambio di parole alle sue spalle. Il suo sguardo sembra affascinato dalla pioggia battente che scivola sull’ampia vetrata davanti a lui per poi andare oltre e scrutare le tenebre occasionalmente squarciate dai lampi. Un sorriso gli increspa leggermente le labbra mentre scorge un’ombra prendere corpo proprio sulla vetrata, vetrata che s’infrange di colpo, mentre una figura in tuta nera piomba nella stanza.

            Mao osserva stupefatto mentre il vetro, garantito per resistere ad un colpo di bazooka, cade a pezzi. Ha appena il tempo di sorprendersi quando il nuovo arrivato si sbarazza delle sue guardie con incredibile facilità per poi rivolgere la sua attenzione su di lui. Uno shuriken affilatissimo gli taglia la gola e Mao annega letteralmente nel suo sangue. È già morto prima che la sua testa tocchi la scrivania a cui fino a poco prima si trovava seduto.

            La figura in nero si ferma. Sotto la maschera che gli lascia liberi solo gli occhi si indovina un sorriso.

-Con gli omaggi di Kuro Neko.- dice, poi si getta fuori dalla finestra e scompare confondendosi con la pioggia.

 

 

3.

 

 

            Il sole splende alto nel cielo quando l’uomo chiamato Abel Fitzpatrick si sveglia. Mentre fa una robusta colazione (di quelle che avrebbero fatto la felicità di Zia May, pensa, ricordando una donna che non ha mai davvero conosciuto, ma il cui ricordo non l’abbandona mai) ascolta distrattamente il notiziario del mattino. Nulla di nuovo, pare: i soliti guai internazionali, la situazione economica che fa schifo. Tutto come al solito, insomma. Sente quasi distrattamente la notizia di un cadavere trovato nel Queens…

<<…. Identificato come Chester Fawcett, detective privato che…>>

-Cosa?- esclama mentre il succo d’arancia gli va quasi di traverso.

            Deve saperne di più a tutti i costi e deve anche parlarne con Felicia il prima possibile.

 

            Il killer vestito di nero ritira la sua ricompensa. Il suo committente non nasconde la sua soddisfazione.

-Sei stato davvero in gamba Kuro Neko.- gli dice –Davvero all’altezza della tua fama. Hai eseguito il tuo compito alla perfezione.-

-Io rispetto sempre i miei impegni.- replica l’altro –Volevate morto Mao Chu e lui ora è morto. Mi chiedo perché volevate che lo facessi davanti a testimoni.-

-Questo riguarda solo me. Tu accontentati di essere stato ben ricompensato.-

            Il killer giapponese non se lo fa ripetere. Un balzo ed è già lontano. Feng sorride soddisfatto. Ogni cosa è andata come previsto.

 

            Quando entra nell’ufficio di Felicia Hardy alla Hardy Investigations ad Abel Fitzpatrick, alias Kaine, alias Ragno Nero, basta uno sguardo per capire che anche lei ha saputo la notizia.

-E così quel verme è morto.- sentenzia Felicia.

-Già.- replica Abel -Mi chiedo chi l’abbia ucciso. Forse il Demone, anche se mi chiedo perché.-

-Chi può capire cosa passa in quella sua testa bacata?-

-Io ci dovrei riuscire. Un tempo ero come lui.-

-Tu non sei mai stato come lui.- scatta Felicia –Potevi essere spietato, forse anche crudele, ma non sei mai stato un sadico, uno che gode nell’infliggere sofferenze.-

            Ne sei sicura, Felicia? Quanto mi conosci davvero e quanto è solo una tua speranza? Ero un assassino, uno dei miglior. Ero davvero diverso da questo vigilante?

-A cosa stai pensando?- chiede Felicia –Ti vedevo assente.-

-Che forse hai troppa fiducia in me: Forse non la merito.- risponde Abel.

-Non dirlo mai.- replica Felicia allungando istintivamente la mano a carezzargli una guancia –Non ti sei fatto la barba oggi.- dice poi.

-Sto meditando di farmela ricrescere. Se Fawcett ha spifferato la mia identità segreta al Demone od a qualcun altro, la prima cosa che dovrei fare è cambiare aspetto e nome.-

-E cioè scappare? Vuoi dire questo, vero? Non te lo permetterò.-

-Andiamo, Felicia: vuoi farmi credere che tieni a me, forse?-

-Lo troveresti così strano?-

-No, posso capire che tu ti senta attratta da me, dopotutto io sono lo specchio distorto del tuo amore impossibile: Peter Parker. Non puoi avere lui ed allora ti accontenti del suo clone.-

-Cloni o no, voi uomini siete tutti stupidi. Non ti è passato per il cervello che magari all’inizio era così, ma ora sono affezionata a te? A te, Kaine o Abel od in qualunque modo tu ti faccia chiamare? Accidenti a te.-

            Senza preavviso Felicia lo attira a se e lo bacia con foga. Comincia a slacciargli la camicia mentre lo porta sulla scrivania sgombrandola con foga da quanto c’è sopra.

            Abel si lascia trascinare, risponde ai baci, le sue mani percorrono le rotondità di Felicia mentre si lascia travolgere da una passione improvvisa ed incontrollabile

 

 

4.

 

 

.L’uomo che si fa chiamare Paul Ravel sembra decisamente perplesso. Ci sono troppi morti in questa faccenda, pensa, e lui non è arrivato nemmeno lontanamente vicino a capire chi. Prima Malone, poi Kirkpatrick e quindi Cindy Delgado. Non c’è dubbio per lui che la mano assassina sia la stessa, ma chi? Non ha lasciato tracce e nemmeno una firma nello stile del Confessore[2] o Bullseye o altri killer come loro.

-Ha sentito l’ultima novità?- gli chiede il suo assistete Freedland.

-Di che parli?- risponde “Ravel”

-Mao Chu, uno dei pezzi grossi della, Tong dei Jong è stato ucciso ieri notte da un killer giapponese che si fa chiamare Kuro Neko.-

-Kuro Neko? Il gatto Nero? Credevo fosse morto.-

-Mai dare troppa retta alle voci.-

-Troppo giusto. I morti in questa storia stanno diventando davvero troppi per i miei gusti. Il nostro uomo ci sta seguendo da vicino. Uccide tutti i nostri contatti.-

-Perché non noi allora?-

-Bella domanda. Non ho ancora una risposta. Forse pensa di poterci tenere sotto controllo in qualche modo o forse… semplicemente si diverte a vederci annaspare.-

-Se posso esprimere il mio parere…-

-Devi amico mio. Sai quanto io lo rispetti.-

-Grazie signore. Per come la vedo io, abbiamo tragicamente sbagliato ad infilarci in questa storia di intrighi a molti livelli.-

 -Questo è sicuro.-

-Temo, quindi, che l’unica cosa saggia da fare sia limitare i danni.-

-Vorresti che ce ne tirassimo fuori?-

-Finché nessuno sa del nostro… ehm… coinvolgimento, si. Potremo sempre riprovare in seguito. Capita che alcuni affari finiscano in perdita. Ci si rassegna e si va avanti.-

-Non è nel mio stile, ma ci rifletterò su.-

 

            L’uomo che si fa chiamare il Demone fissa il suo interlocutore senza mostrare il minimo segno di emozione.

-Sei un tipo deciso: hai ucciso Chester Fawcett e chi altro?-

-Chiunque si sia frapposto tra me ed i miei obiettivi.-

-Che sarebbero?-

-Gli stessi che hai tu, immagino: spazzar via dalla città la feccia criminale che la infesta. E quale momento migliore di questo in cui i russi sono contro tutti, i cinesi sono dilaniati da una lotta intestina e la Yakuza[3] sta tentando di approdare a New York approfittando dell’occasione?-

-Non so… ho la sensazione che tu mi stia nascondendo qualcosa.-

            Puoi scommetterci, amico mio, pensa divertito l’interlocutore del Demone, ma quando lo scoprirai, sarà troppo tardi per te e per tutta la città.

 

            Al Quartier Generale della Polizia è ora del cambio turno ed il Tenente Terenzio Oliver Rucker si prepara a lasciare l’ufficio, quando sente un leggero ticchettio alla finestra. Si volta per trovarsi di fronte la sagoma del Ragno Nero. Apre la finestra e l’uomo che era conosciuto col nome di Kaine entra rapidamente, seguito da un’altra figura: quella della Gatta Nera.

-Fate pure come a casa vostra.- commenta Rucker –Sto abituandomi a gente in costume nero che passa da queste parti.-[4]

-Sono qui per l’omicidio di Chester Fawcett.- dice Ragno Nero.

-Giusto. Lavorava per la tua amica. Giusto signorina?-

            Felicia Hardy ricambia il sorriso e replica,

-Quando indosso questo costume può chiamarmi Gatta, Tenente, essere chiamata signorina mi imbarazza.-

-Si, ci scommetto. Beh… c’è un mio collega giù al 112° che avrà delle domande da farti riguardo l'omicidio.-

_dirò tutto quello che so… che non è ,molto… Chester non veniva al lavoro da settimane e se fosse tornato l’avrei licenziato.-

-Uh oh, perché?-

-Indagine non autorizzata, violazione della privacy di un collega, tentativo di ricatto e magari qualcos’altro. Aveva scoperto chi è il Ragno Nero.-

-Brutta storia, allora. Quest’ultimo particolare sarà meglio non riferirlo al mio collega o potrebbe pensare che l’hai ucciso tu per proteggere il tuo amico.-

-Non sono un’assassina.-

-Ah, ma chi può mai sapere come reagirà un essere umano quando è spinto all’estremo? Magari il segreto di Ragno Nero è molto importante per te.-

-Ascolti, io,…-

            Ragno Nero si frappone tra i due

-Calma Felicia. Sono certo che Terenzio non crede a questa possibilità. Crederebbe più facilmente che sono stato io.-

-E sei stato tu?- replica Rucker fissandolo dritto nelle lenti a specchio che coprono i suoi occhi.

            Ragno Nero sostiene il suo sguardo e replica.

-No. Un tempo l’avrei fatto e senza pensarci su troppo, ma quei tempi sono finiti per sempre.-

-Ti credo. Cosa intendi fare?-

-Troverò l’assassino, sempre che non sia lui a trovare me per primo.-

-Buona fortuna, allora.-

 

 

5.

 

 

            Xiu Jin Go prende posto alla scrivania e sorride.

-Non riesco a crederci.- esclama –Il Consiglio mi ha perdonato e mi ha reintegrato al posto di capo della Tong a New York.-

-Non avevano scelta: con Mao Chu ucciso tu eri il più qualificato per guidare la Tong.- ribatte Feng -Tu conosci il posto ed i cosiddetti giustizieri in costume. Scegliere un altro avrebbe significato rimanere indietro mentre i russi conquistano posizioni e la Yakuza si prepara a prendere il nostro posto. Non a caso il killer di Mao Chu era giapponese, un noto affilato al Clan Sakurai, uno dei più potenti della Yakuza.-

-E devo tutto a te Feng.-

-Ho fatto solo quello che dovevo.- si schermisce il vecchio cinese –Per il bene della famiglia.-

            E su certi particolari, è bene che tu non sappia nulla. In questo modo solo le mie mani saranno sporche di sangue dei fratelli.

 

            Ragno Nero si congeda dalla Gatta Nera e si rimette gli abiti di Abel Fitzpatrick. C’è imbarazzo tra loro due dopo quello che è successo in ufficio. Non avrebbe dovuto lasciarsi andare così e adesso si sente in colpa verso Patricia Everett.

            Tipico. È il Peter Parker che è in lui. Quasi inconsciamente sorride. Peter non avrebbe ceduto così facilmente alla tentazione rappresentata da Felicia, non è vero?

            La verità è che lui non è così sicuro di voler continuare la relazione con Patricia e sta cercando inconsciamente un motivo per troncarla. Balle! Solo psicologia da quattro soldi a cui lui non ha mai creduto davvero... o si?

            Suona al campanello, ma non ottiene risposta. Non può essere fuori, pensa. Avevamo un appuntamento. In quel momento qualcosa accade, qualcosa che ormai non gli capita spesso.

            Patricia è stretta contro una parete. Qualcuno avanza verso di lei… e lei… URLA!

            Freneticamente Abel si sbarazza dei suoi abiti e nel costume di Ragno Nero si arrampica fino alla finestra di Patricia. Se la sua premonizione è esatta…

            Senza farsi troppi scrupoli piomba dentro l’appartamento sfondando una finestra. Se si è sbagliato, si scuserà con Patricia,. Si guarda intorno: Nulla. Prova in camera da letto.

            La prima cosa che vede è la scritta rossa sulla parete:

KAINE

            Vede anche Patricia e dal profondo del suo animo scaturisce un urlo.

 

            Giace sul letto, bella come l’ultima volta che l’ho vista. I capelli biondi le ricadono sul petto. Il suo collo è spezzato. Non deve aver sofferto. Le accarezzo il volto e penso a Gwen Stacy e curiosamente anche a Louise Kennedy, che tanti anni fa io stesso ho ucciso allo stesso modo. Chiunque prova ad amarmi, ad amare uno di noi muore sempre alla fine.

            Guardo la scritta sulla parete. Il mio misterioso nemico ha voluto farmi sapere che sa chi sono. Molto bene: chiunque tu sia, hai appena fatto la mossa sbagliata, perché io ti troverò e ti farò implorare di morire.

            Sono Ragno Nero e cerco, la vendetta.

 

 

FINE PRIMA PARTE

 

 

NOTE DELL’AUTORE.

 

 

            Riprende dopo una lunga pausa la saga del Ragno Nero. Non esattamente dove l’aveva lasciata Yuri, ma mi riprometto comunque di risolvere alcuni punti lasciati in sospeso. Immagino che molte trame e personaggi prenderanno strade diverse da quelle immaginate da Yuri, ma mi auguro che lui mi possa perdonare. Io ho cercato di rispettare il suo lavoro meglio che ho potuto.

            Ma ora alcune doverose note:

1)     I Jong sono una Tong (termine che indica le associazioni cinesi, comprese quelle criminali) di Hong Kong di recente sbarcata a New York, il capo per New York, Xiu Jin Go, era caduto in disgrazia dopo aver potenziato lo Scorpione che si era scatenato su New York come sa chi ha letto Uomo Ragno MIT #40/42.

2)     Kuro Neko è un letale killer androgino che ha sviluppato una morbosa attrazione per Ragno Nero. Il Clan Sakurai di cui fa parte lo considera un rinnegato ed ha inviato un altro letale Killer, Aka Kuni, che è anche suo fratello, ad ucciderlo. L’ultima volta che li abbiamo visti Aka Kuni stava per riuscirci. Per sapere cosa è veramente accaduto da allora dovrete avere pazienza.

3)     Chester Fawcett era un ex dipendente di Felicia Hardy che aveva scoperto il suo segreto. A quanto pare era in combutta col Demone, il quale…

4)     … è un vigilante pazzo che ha già ucciso un po’ di criminali e per motivi non del tutto chiari ha anche assalito la Gatta Nera picchiandola selvaggiamente, cosa per cui lei è in cerca di rivalsa.

5)     Patricia Everett è un altro personaggio creato da Yuri ed introdotta nei primi episodi di questa serie. È nata una relazione con Abel Fitzpatrick, che lei non sapeva essere Ragno Nero.

6)     Il misterioso Paul Ravel viene apparentemente dalla Louisiana e rappresenta un altrettanto misterioso consorzio coinvolto nelle attività illegali dei Mercury Labs, che si occupavano clandestinamente di clonazione umana (nella specie: clonazione dell’Uomo Ragno) e che sono rimasti distrutti a causa dell’interferenza di Ragno Nero. Un misterioso assassino segue i suoi passi uccidendo i suoi contatti con i Mercury Labs. Che sia lo stesso che ha ucciso Chester Fawcett e Patricia Everett?

7)     A livello di continuità questa storia e la successiva si svolgono parallelamente a Devil #48 e 49 e Marvel Knights #48 (segmento della Vedova Nera) e prima degli eventi descritti in Uomo Ragno #69.

Nel prossimo episodio: il Ragno Nero cerca vendetta, i Jong cercano il potere il Demone cerca vittime. Tutto questo e di più. Non mancate.

 

 

Carlo



[1] Dettagliati nei precedenti episodi di questa serie ed in Uomo Ragno #40/42.

[2] Il super killer della Mafia Russa attualmente all’opera su Devil.

[3] La Mafia Giapponese, anche se è una definizione un po’ riduttiva.

[4] Un’allusione ad una recente visita della Vedova Nera in Marvel Knights #44.